Descrizione
‘Per intuire quello spirito singolare e isolato che è Beckett, bisognerebbe insistere sull’espressione ‘tenersi in disparte’, motto silenzioso di ciascuno dei suoi istanti, su ciò che essa presuppone di solitudine e di ostinazione sotterranea, sull’essenza di un essere situato al di fuori, che prosegue un lavoro implacabile e senza fine. Di colui che tende all’illuminazione si dice, nel buddhismo, che deve essere accanito come ‘il topo che rosicchia una bara’. Ogni vero scrittore compie uno sforzo simile. È un distruttore che accresce l’esistenza, che l’arricchisce scalzandola. […] Credo che sia pertinace come un fanatico. Neppure se il mondo crollasse, abbandonerebbe il lavoro in corso o cambierebbe argomento. Nelle cose essenziali non è certamente influenzabile. Per il resto, per l’inessenziale, è senza difesa, probabilmente più debole di noi, più debole perfino dei suoi personaggi… Prima di redigere queste note, mi ero proposto di rileggere ciò che, in prospettive differenti, Meister Eckhart e Nietzsche hanno scritto sull”uomo nobile’. – Non ho realizzato il mio progetto, ma non ho dimenticato un solo istante di averlo concepito.’ (Dallo scritto di E.M. Ciorari)